SUPERSTAGES LUCANI E CALABRESI: INTERVISTA SULLA RISPOSTA DI BRUNETTA

STA CRESCENDO IL MALUMORE TRA I GIOVANI CALABRESI E LUCANI CONTRO QUESTA FORMA DI JOB CREATION FUORI MERCATO A SPESE DEL CONTRIBUENTE; MA IL MINISTRO DEL LAVORO FA FINTA DI NON ESSERSI ACCORTO DI NULLA

Intervista a cura di Eleonora Voltolina, pubblicata sul sito larepubblicadeglistagisti il 23 luglio 2010, a seguito della risposta del ministro per la Funzione pubblica all’interrogazione sui superstages lucani 

Dopo ben tre interrogazioni parlamentari finalmente un membro del governo, Renato Brunetta, risponde sul caso dei superstage e in particolare sulla (im)possibilità che essi si tramutino in assunzioni. Il ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione  ha voce in capitolo in quanto sia i superstage promossi alla fine del 2008 dal consiglio regionale calabrese (tuttora in corso), sia quelli ideati – ma ancora non avviati – dal consiglio regionale lucano all’inizio di quest’anno, prevedono che i tirocinanti vadano a fare esperienza all’interno di strutture pubbliche. E proprio il tallone d’Achille di queste iniziative – cioè la loro durata abnorme e contra legem: nel caso della Calabria di 24 mesi a fronte di un massimo di 12 previsto dalla normativa, nel caso della Basilicata di 12 mesi a fronte di un massimo di 6 – riguarda da vicino il ministro: periodi di stage così lunghi danno luogo ad aspettative di stabilizzazione, come ampiamente dimostrato dalle pressanti richieste dei superstagisti calabresi sia alla fine dell’anno scorso, alla giunta di centrosinistra uscente, sia all’inizio di quest’anno, alla giunta di centrodestra appena subentrata. E la stabilizzazione è una patata bollente, sia perchè si tratterebbe di ingrossare gli organici della pubblica amministrazione (quando è in corso la manovra opposta, per cercare di ridurne il numero), sia perchè sarebbe condita da incentivi economici agli enti locali (quando anche qui è in corso una manovra opposta per ridurre la spesa pubblica), sia infine perchè i superstagisti finirebbero per godere di una corsia preferenziale secondo alcuni non costituzionale.

La Repubblica degli Stagisti chiede direttamente al senatore che ha presentato le interrogazioni, il giuslavorista Pietro Ichino, un commento alla risposta del ministro.
Professore, rispetto alla risposta di Brunetta alla sua interrogazione parlamentare: che senso ha fare riferimento alle «eventuali leggi regionali adottate, in materia di tirocini formativi, dalla Regione Basilicata, nell’esercizio della propria autonomia legislativa» quando la Basilicata (così come la Calabria) non ha promulgato alcuna legge regionale in materia?
Mi sembra che non abbia alcun senso.
Non è forse vero che, in mancanza di una legge regionale, bisognerebbe attenersi al dm del 1998?
Sì, e prima ancora alla legge n. 196/1997, la “legge Treu”, che contiene la disciplina della materia degli stage tuttora vigente.
Con la frase «le iniziative volte alla stabilizzazione di personale tirocinante costituiscono, in ogni caso, violazione dell’articolo 97 della Costituzione» il ministro Brunetta mette uno stop definitivo alla possibilità di favorire e/o finanziare stabilizzazioni?
Forse non uno stop definitivo alla possibilità di finanziare le stabilizzazioni. Ma un orientamento negativo che sicuramente peserà in questa materia.
Il programma di tirocini abnormi della Basilicata, cui Brunetta si riferisce, è ancora solo sulla carta: l’impressione è che con questa risposta il ministro stia parlando a suocera affinchè nuora intenda, perchè in realtà è molto più concreto il pericolo che vengano stabilizzati i superstagisti calabresi, il cui percorso extralungo di 24 mesi si concluderà proprio a novembre. E oggi la Regione Calabria è governata dal Pdl. Lei che ne pensa?
Questa lettura mi sembra molto plausibile. Certo è che, mentre in Calabria i “superstage” sono ormai molto vicini al termine finale, e quindi – per così dire – la frittata è fatta, cioè violazione della legge nazionale che disciplina la materia è ormai quasi interamente consumata, in Basilicata invece ci sarebbe il tempo per impedire la trasgressione. E’ dunque davvero molto sorprendente l’inerzia del ministro del Lavoro, cui pure l’interrogazione era indirizzata: inerzia sul piano parlamentare, poiché a tutt’oggi non si è degnato di rispondere; inerzia sul piano amministrativo, perché a tutt’oggi non mi risulta che sia stata avviata alcuna ispezione.
Le parole del ministro Brunetta allontanano la possibilità che la Regione Calabria proceda a finanziare le stabilizzazioni dei 350 superstagisti? O Scopelliti e i suoi assessori hanno ancora margine per agire, destinando i famosi 10mila euro all’anno a quegli enti che decideranno di fare contratti a termine a qualche superstagista?
Ho l’impressione che la nuova Giunta non abbia intenzione di dar corso agli incentivi, perché con gli ultimi tagli di Tremonti non ci sono più soldi neanche per pagare gli stipendi dei dipendenti già in forza. Ma anche perché, a fronte della mobilitazione degli stagisti, sta crescendo un diffuso malumore tra i giovani calabresi contro questa forma di job creation fuori mercato riservata ai 110 e lode. Il discorso sul “trattenere in Calabria i più bravi” non sta in piedi, se per trattenerli occorre creare dei posti in organico di cui non ci sarebbe bisogno.
 
 
 

 

 

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