Bologna, 7 aprile 2008
Gentile prof. Ichino,
seguo Lei, ed altri suoi colleghi riformisti come il Prof. Boeri da tempo e da tempo non perdo occasione di leggere cio’ che scrivete. Io andro’ a votare, mia moglie la mia famiglia andranno tutti a votare, riteniamo l’insegnamento di Don Milani sul voto sempre valido; pero’ debbo dirle onestamente, stavolta, dopo tanti anni che voto per i DS (ora PD), onestamente qualcosa non mi convince.
Cari amici,
come preannunciato nella prima Newsletter, questo strumento è destinato essenzialmente ad avvisarvi dei nuovi documenti via via disponibili sul sito www.pietroichino.it: si tratterà soprattutto degli editoriali con cui commenterò di volta in volta l’attualità politica, dei disegni di legge e delle interrogazioni che presenterò alla Presidenza del Senato.
Cari amici,
con l’inaugurazione di questo sito si inaugura anche una fase nuova della mia vita. Dopo un quarto di secolo nel quale il mio compito è stato studiare, ricercare, insegnare, discutere e commentare, mi si chiede di tornare a “sporcarmi le mani” con il fare politico concreto.
CHE COSA SIGNIFICA LA ROTTURA CON AIR FRANCE PER IL FUTURO DEL SISTEMA ITALIANO DI RELAZIONI INDUSTRIALI
pubblicato dal quotidiano Europa il 5 aprile 2008
La rottura della trattativa tra sindacati ed Air France non porterà forse al fallimento di Alitalia, ma segna certo il fallimento del nostro sistema di relazioni industriali: una Caporetto, tanto più grave in quanto non si vede una linea del Piave.
Forse Jean-Cyril Spinetta non sapeva, quando ha aperto quella trattativa, che scelte del tipo di quelle previste nel suo piano non avrebbero potuto, di fatto, essere adottate senza il consenso almeno tacito di tutti e nove i sindacati che gli si sarebbero seduti di fronte; perché anche un sindacato rappresentativo del 4% del personale, se dissenziente, avrebbe potuto paralizzare la compagnia. Non sapeva che il nostro sistema di relazioni industriali sembra concepito apposta per premiare il sindacalismo irresponsabile, penalizzando quello pensante.
Continua…
IL PREMIO CHE MI È STATO CONFERITO È MOTIVATO CON LA MIA CAPACITÀ DI ESERCITARE I COMPITI PARLAMENTARI “SENZA VINCOLO DI MANDATO” – HO RISPOSTO CHE È FACILE FARE IL SENATORE SENZA VINCOLO DI MANDATO QUANDO – COME NEL MIO CASO – IL MANDATO RICEVUTO CONSISTE PROPRIO NEL PORTARE PER INTERO NEL DIBATTITO POLITICO LE MIE IDEE E IL FRUTTO DEL MIO LAVORO DI STUDIO E DI ELABORAZIONE
Oscar de il Riformista per il Miglior parlamentare del 2008-2009
MANIFESTO DEI CANDIDATI DEL PARTITO DEMOCRATICO
Milano, 14 marzo 2008
Impegnati nel mondo del lavoro come rappresentanti dei lavoratori o degli imprenditori, o come studiosi, abbiamo accettato la candidatura nelle liste del Partito Democratico perché siamo convinti che la realizzazione del suo programma può migliorare incisivamente la competitività del nostro sistema economico, la qualità del nostro tessuto produttivo e le condizioni di sicurezza e benessere di tutti, a cominciare da chi è più a rischio di precarietà e povertà.
OVVERO: I PRIMI PASSI DELLA NOSTRA COMPAGNIA DI BANDIERA VERSO IL PRECIPIZIO
pubblicato su Il Riformista, 31 marzo 2008
(con l’aggiunta di una postilla dopo la rottura con Air France)
Lo stesso Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi ha ripetutamente intralciato la trattativa tra Alitalia ed Air France con annunci fantasiosi di cordate italiane inesistenti (poi derubricati ad “appelli patriottici”), nel 1994 era a capo del Governo che mise il primo grosso bastone nelle ruote del risanamento della nostra compagnia di bandiera, imponendole di accreditare al proprio interno il peggiore sindacalismo autonomo. E, nel 2005, era a capo del Governo che al piano di risanamento diede il colpo di grazia con un intervento sostanzialmente identico; e non mosse neppure un passo sulla via della privatizzazione. Le note che seguono sono una sintesi delle pagine dedicate a quella vicenda nel mio libro A che cosa serve il sindacato? (Mondadori, 2005; Oscar Bestsellers, 2007). Continua…
Pubblicato il 21 febbraio 2008 sul Corriere della Sera in risposta alla lettera aperta di Franco Debenedetti
Caro Franco,
puoi immaginare quante risonanze abbia in me il tuo ammonimento. Accettare di tornare in Parlamento significa rinunciare non soltanto al mio lavoro di editorialista del Corriere, ma anche a quello di professore in un dipartimento universitario che ho contribuito a costruire dal nulla nel corso di un quarto di secolo e che considero uno dei migliori del Paese nel campo degli studi del lavoro e del welfare.
Intervista a Pietro Ichino a cura di Rinaldo Gianola
Pubblicata su l’Unità del 25 febbraio 2008
Intervista a Pietro Ichino
pubblicata su La Stampa il 7 marzo 2008
Tra lavoratori e imprenditori ci può essere conflitto sulla spartizione del frutto del loro comune lavoro; ma questo conflitto deve risolverlo, in piena autonomia, il sistema delle relazioni sindacali. Alla politica spetta invece di realizzare l’interesse di tutti a che la torta da spartire sia più grande possibile; e fare che in questo grande “gioco a somma positiva” nessuno resti escluso.