LA BIBBIA VIETA DAVVERO LE UNIONI OMOSESSUALI?

UN LETTORE CITA LA LETTERA AI ROMANI DI S. PAOLO PER CONFUTARE LA COMPATIBILITÀ DEL MATRIMONIO GAY CON LA MORALE CRISTIANA

Lettera pervenuta il 23 luglio 2012, in riferimento alla mia presa di posizione su Lei cosa pensa dei matrimoni omosessuali?Segue la mia risposta

Egregio Professore,
sono un estimatore del suo pensiero giuridico, che trovo sempre rigoroso e nello stesso tempo aperto al dialogo, sempre ispirato a superare pregiudizi giutidici e non, che bloccano il nostro ordinamento laboristico. Tuttavia, Ella ha espresso una posizione sui  matrimoni gay anche come cristiano, che mi ha lasciato sinceramente perplesso  proprio perchè poco compatibile con le Sacre Scritture: al riguardo, La rimando alla lettera ai Romani di S.Paolo, capitolo 1,versetti 26, 27. A mio sommesso avviso, sembra chiara la posizione di S.Paolo in materia. Forse, è preferibile esprimersi solo a titolo di  pensatore laico, di scienziato del diritto,  di uomo politico impegnato: parlare, invece,  anche a titolo di credente cristiano esprimendo una posizione poco ortodossa, significa, secondo me, solo ingenerare confusione e svilire il Cristianesimo, assoggettandolo al pensiero dominante delle mode del tempo. Pur consapevole che questa  mia mail è “fuori tema”, inserendosi in un acceso dibattito nell’ambito di un partito laico, tuttavia ho sentito il bisogno di intervenire proprio perchè è stato richiamato il pensiero cristiano. Con immutata stima e grande cordialità.
avv.Giuseppe Arpaia

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Nella mia risposta al messaggio precedente su questo tema osservavo che nel Vangelo non c’è una sola parola contro gli omosessuali, né tanto meno contro i “diversi” rispetto alla maggioranza. Quanto alla pagina di Paolo citata in quest’ultimo messaggio, se davvero dovessimo considerare ciascuno dei singoli precetti enunciati nella Bibbia immutabile nel tempo e nello spazio – e non legato alla cultura dell’epoca in cui è stato scritto -, dovremmo tornare ad ammettere la schiavitù, oppure considerare ancora attuale il precetto di Paolo per cui “la moglie deve essere sottomessa al marito” (ma non viceversa). Per alcuni altri esempi delle aporie cui condurrebbe questo modo un po’ infantile di leggere le Scritture (oggi praticato, a quanto mi risulta, soltanto dai Testimoni di Geova), rinvio a Perché non posso avere schiavi francesi?  (p.i.)

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