VELTRONI: RESTIAMO UNITI CONTRO IL PORCELLUM

NON SI PUO’ COMBATTERE EFFICACEMENTE LA BATTAGLIA CONTRO IL SISTEMA ELETTORALE OGGI IN VIGORE CON DUE INIZIATIVE REFERENDARIE DI FATTO TRA LORO CONTRAPPOSTE

Intervento pubblicato su la Repubblica il 9 luglio 2011

Caro Direttore, vorrei rivolgermi dalle colonne di Repubblica, ai promotori del referendum sulla legge elettorale che ha come primo firmatario l´ex senatore Passigli. Apprezzo la disponibilità mostrata ieri alla sospensione della raccolta delle firme e credo che si debba esser disponibili all´incontro che viene richiesto. Ma la sospensione rischia di avere un carattere temporaneo, mentre sarebbe più giusto ritirare definitivamente tutti i quesiti e sgomberare il campo per consentire un impegno unitario contro il Porcellum. Questa disponibilità è già un risultato dell´iniziativa annunciata in questi giorni da rappresentanti delle forze politiche di centrosinistra per il ritorno al Mattarellum. Infatti, se andasse avanti la proposta Passsigli l´esito sarebbe chiaro: un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento al 4%, l´abolizione del premio di maggioranza e, infine, la permanenza delle liste bloccate. Non ci sarebbero preferenze, non ci sarebbero collegi uninominali e resterebbero le liste decise dai vertici di partito perché la scheda elettorale, non modificata dal quesito, non prevederebbe gli spazi per indicazioni nominali. Torneremmo ai tempi dei governi contrattati stile Prima Repubblica e il tutto con un sistema dei partiti che non è certo più quello ereditato dalla Resistenza. L´instabilità politica insieme alla guerra fredda produsse allora l´assenza di alternanza e, per paradosso, la fragilità di governi che hanno non poco contribuito alla crescita abnorme del debito pubblico che strangola l´Italia. In questo paese, sempre con lo sguardo rivolto all´indietro e immemore delle devastazioni della stagione delle stragi e della P2, sarebbe un paradosso se si volesse tornare a un tempo di dominio dei partiti e di riduzione del potere di decisione dei cittadini. Anche questi anni sono stati orrendi. E pure se si è conosciuta l´alternanza e per la prima volta la sinistra, tutta, ha governato l´Italia, la presenza di Berlusconi ha inquinato tutta la vita pubblica e costretto il bipolarismo in una morsa micidiale in cui sono spariti i problemi, le strategie e i valori. Si è diffusa una corruzione e un degrado della vita pubblica non dissimile da quella devastante dei tempi denunciati, proprio trent´anni fa sulle colonne di questo giornale, da Enrico Berlinguer. Ma ora che il berlusconismo sta volgendo al termine si apre la possibilità per questo fantastico e sfortunato paese di conoscere finalmente un bipolarismo vero, non la caricatura orrenda di questi anni. Una possibile alternanza tra schieramenti di tipo europeo: un centrodestra di matrice liberale e rispettoso delle regole della democrazia e un centrosinistra riformista. C´è dietro il referendum Passigli una legittima aspirazione, onestamente dichiarata dall´onorevole Casini e da altri, di tornare a quando i governi non li decidevano i cittadini con il loro voto. È per questo che l´orrendo Porcellum, passato troppo facilmente nella scorsa legislatura, deve essere superato. Per questo chiedo ai promotori di riflettere. Lo ha già fatto la Cgil che, dopo un iniziale interesse, ha inteso ribadire la sua giusta posizione volta al superamento del Porcellum ma non alla divisione del fronte riformista. L´iniziativa di promuovere la raccolta di firme per ripristinare il Mattarellum, che comporta collegi uninominali e premio di maggioranza con una quota proporzionale, nasce dall´esigenza di evitare l´approdo che il referendum di Passigli produrrebbe. A sostenere questa tesi ci sono esponenti di varie forze politiche, della società civile. E ci sono dirigenti del Pd, a cominciare dal suo presidente Rosy Bindi, che certo non hanno nessuna intenzione di far altro che contribuire alla forza del centrosinistra. Visto che in questi giorni si fa, e non può che farmi piacere, riferimento al programma elettorale col quale ottenemmo il 34%, vorrei ricordare che in esso, poi confermato da una recente decisione dell´Assemblea nazionale del partito, è indicato come obiettivo un sistema elettorale a doppio turno, con collegi uninominali. Il referendum Passigli è certo quanto di più lontano da questa ipotesi. Per questo il referendum per il ripristino del Mattarellum di cui in tempi non sospetti parlarono Castagnetti e Parisi è uno strumento per tenere aperto quel bipolarismo il cui valore è stato richiamato recentemente da Romano Prodi. Per queste ragioni voglio rivolgermi , con stima e rispetto, ai promotori del referendum Passigli. Esso finisce col dividere il fronte riformista nel momento in cui c´è bisogno di unità per chiudere definitivamente la stagione berlusconiana. Concentriamoci in una battaglia parlamentare dura per cambiare il Porcellum, come suggerito da Bersani. Se verrà una riflessione in questo senso è evidente che verrebbero meno le ragioni di promuovere un altro referendum che altrimenti apparirebbe inevitabile. È un tempo orrendo della vita pubblica del nostro paese. Deve stagliarsi una alternativa riformista chiara. Fondata su un programma di innovazione profonda di un paese sfibrato dal dominio degli interessi personali e di parte e fermo, tremendamente fermo, da vent´anni. Fondata su una unità nuova, rispettosa di identità, culture e posizioni diverse. Un´ultima considerazione: è proprio per questo che io pensavo che si dovesse votare a favore dell´abolizione delle province. Franceschini sa che io, e lui con me, lo proposi, incontrando resistenze varie, anche nella preparazione del programma del 2008. Per questo nella riunione del gruppo parlamentare del Pd, e non fuori da lì, ho contestato l´orientamento dichiarato in aula di votare addirittura a favore, con Lega e Pdl, e in contrasto con l´opposizione tutta. Aggiungo che dal 2008 molte cose sono cambiate ed è cresciuta, legittimamente cresciuta, l´esigenza di vedere ridotto il peso di una macchina politica che costa troppo e decide poco. Per questo avevo proposto, e la stragrande maggioranza del gruppo sosteneva la stessa linea, di votare insieme alle altre forze di opposizione e contro Pdl e Lega che avrebbero potuto subire, lo dicono i numeri, una sconfitta suonante. Dopo la discussione si è decisa da parte del capogruppo l´astensione e io, non altri, mi sono attenuto come faccio sempre alle decisioni del mio gruppo. Ma penso che abbiamo perso una grande occasione per far capire che il Pd è alla testa di un movimento per rendere la democrazia più forte e più lieve . Dobbiamo essere noi a guidare, senza demagogie e populismi, una riscrittura delle regole e dei pesi. Per fare più forte la democrazia e restituire alla politica forza e autorevolezza, legittimità e capacità progettuale.

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