SENZA MONTI IN ITALIA NIENTE DRAGHI IN EUROPA

QUELLA SINISTRA CHE PLAUDE ALL’AZIONE CORAGGIOSA DEL GOVERNATORE DELLA BCE, MA NON PERDE OCCASIONE PER PRENDERE LE DISTANZE DALL’AZIONE DEL NOSTRO GOVERNO, NON CONSIDERA CHE SENZA QUESTA NON SAREBBE MAI STATA POSSIBILE QUELLA

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 214, 10 settembre 2012 – In argomento v. anche il discorso di sabato di Giorgio Napolitano al seminario Ambrosetti di Cernobbio dell’8 settembre, l’editoriale di Franco Bruni sulla Stampa del giorno prima: Continuare sulla via del rigore, e quello di Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera del 4 settembre: Ogni promessa non è debito

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La decisione del board della Banca Centrale Europea del 6 settembre, di acquistare titoli del debito dei Paesi più deboli per ridurre gli interessi passivi che questi devono sopportare, ha avuto il plauso incondizionato di tutti i “neo-keynesiani” di casa nostra: gli stessi che non perdono occasione per prendere le distanze dalle misure adottate dal Governo Monti di rigoroso riassetto della finanza pubblica e di allineamento del sistema economico italiano agli standard del centro e nord-Europa. Non si rendono conto, questi nostalgici della vecchia sinistra (quella del posto di lavoro a vita, della Cassa integrazione “a perdere” e della pensione a 58 anni), che la svolta clamorosa della BCE  non sarebbe stata neppure concepibile se da parte delle nazioni beneficiarie dell’intervento, Italia per prima, non fossero state adottate proprio quelle misure di rigore e riallineamento che essi hanno sempre osteggiato. Ancor meno sembrano rendersi conto della necessità che l’Italia dia pieno affidamento circa il mantenimento di questa linea anche nella prossima legislatura, se vogliamo che il processo di costruzione di un governo europeo dell’economia si consolidi e che a quel processo il nostro Paese partecipi da protagonista.

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