IN GRECIA DESTRA E SINISTRA ESTREME UNITE CONTRO LA STRATEGIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

UNA CONFERMA DELLA MUTAZIONE INDOTTA DAL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA NEI SISTEMI POLITICI DEI PAESI MEDITERRANEI DELL’EUROZONA

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 331, 29 gennaio 2015 – In argomento v. anche  La Lega di Salvini, dalla memoria corta  e  L’asse Camusso-Salvini-Meloni-Tsipras.

I Greci indipendenti di Anel (Anexartitoi Ellines) sono un partito che è difficile non considerare schiettamente e accesamente “di destra”: nazionalismo spinto, conservatorismo sui diritti civili, omofobia, marcata ostilità contro immigrazione e multiculturalismo. Domanda: che ci sta a fare questo partito con il partito accesamente di sinistra Syriza, che ha vinto le elezioni greche di domenica scorsa, nella nuova maggioranza che sorregge il Governo di Alexis Tsipras? Risposta: i due partiti sono uniti dall’euroscetticismo. Anel è nato nel febbraio 2012 con una scissione dal partito di destra Nea Dimokratia, per protesta contro il memorandum di intesa stipulato dal Governo di Lucas Papademos con la “troika” (UE, BCE e FMI). Nel rapporto tra Anel e Syriza il comune rifiuto delle riforme necessarie per l’integrazione nell’Unione Europea in questo momento conta nettamente di più di quanto non contino le rispettive posizioni – tra loro diametralmente opposte – sulla solidarietà sociale, i diritti civili, i rapporti internazionali. Una conferma del fatto che nei Paesi dell’Europa mediterranea, con la creazione dell’eurozona, lo spartiacque politico fondamentale ha subito una netta rotazione: l’opzione politica decisiva sulla quale le forze politiche si dividono e si ricompongono non è quella tra destra e sinistra, ma quella pro o contro le riforme necessarie nel quadro della strategia di integrazione europea. Renzi e Hollande possono anche telefonare a Tsipras le loro congratulazioni come leader di partiti di sinistra, e avvalersi della sua vittoria in Grecia per rafforzare la loro richiesta di flessibilità nei confronti dei vertici UE; ma resta il fatto che i loro Governi si collocano sul versante opposto a quello di Tsipras (e di Anel), rispetto allo spartiacque politico oggi fondamentale alle nostre latitudini.

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