ANCORA SULLO SPARTIACQUE SINISTRA/DESTRA

NON SOSTENGO CHE ABBIA PERSO VALORE LA DISTINZIONE TRA CHI ATTRIBUISCE PIÙ PESO AL VALORE DELL’UGUAGLIANZA E CHI ALLA LIBERTÀ, MA MI SEMBRA CHE DA ALMENO UN DECENNIO STIA PROGRESSIVAMENTE ASSUMENDO UN RILIEVO MAGGIORE IL CONFINE TRA CHI SOSTIENE LA STRATEGIA EUROPEA DELL’ITALIA E CHI SOSTANZIALMENTE LA AVVERSA

Messaggio pervenuto il 29 ottobre 2014 – Segue la mia risposta – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 9 novembre 2014 .

Caro Senatore, sono rimasto colpito dal diagramma della politica italiana da lei riproposto con la Newsletter di lunedì: questa sua idea della rotazione di 90 gradi dello spartiacque fondamentale è davvero intrigante, perché sembra corrispondere esattamente a quanto sta accadendo nel nostro Paese in questo periodo. Poi però ci ho riflettuto sopra, e mi è parso che la conclusione a cui lei arriva sia eccessiva, perché cancella una distinzione politica fondamentale: quella tra chi privilegia l’ideale dell’uguaglianza sostanziale tra i cittadini (sinistra) e chi privilegia invece l’ideale della libertà individuale (destra). Sono convinto che questa distinizione sia destinata a restare fondamentale a tutte le latitudini e longitudini, in qualsiasi congiuntura economica. Non mi attendo una sua risposta, immaginando la mole dei suoi impegni soprattutto in questo periodo; ma spero che in qualche suo editoriale nel prossimo futuro lei possa far conoscere a noi lettori attenti della Newsletter il suo pensiero su questo punto che mi sembra cruciale. Colgo l’occasione per ringraziarla di tutto quello che sta facendo per il Paese e per augurarle il successo che merita e che in moltissimi desideriamo.
R.G.  (Senago)

Non sostengo affatto che la distinzione tra sinistra e destra abbia perso ogni significato o attualità. Per restare alla rappresentazine proposta nella riflessione grafica richiamata nell’editoriale di lunedì, anche in seno al “polo della riforma europea” – rappresentato nel diagramma dall’insieme dei due quadranti superiori – c’è chi si colloca a sinistra dell’asse verticale e chi si colloca a destra; in altre parole, c’è chi dà più peso all’uguaglianza, o meglio alla parità di opportunità, tra i cittadini, e chi dà più peso alla loro libertà. Quello che ho inteso sottolineare è che nella stagione che stiamo attraversando non è questa la scelta più rilevante che la politica nazionale è chiamata a compiere e sulla quale occorre dunque dividersi tra maggioranza e opposizione, bensì quella tra il sostegno e l’opposizione alla strategia di integrazione dell’Italia nella UE, dal cui successo o insuccesso dipendono conseguenze enormemente più rilevanti per tutti. Non è un caso che proprio questa strategia costituisca il tratto fondamentale comune ai programmi dei nostri ultimi tre Governi. Di questa strategia, con le riforme incisive che essa comporta sul terreno del lavoro, del fisco e delle amministrazioni pubbliche, Matteo Renzi non soltanto sta proponendo un’interpretazione nuova e politicamente più convincente, ma sta anche operando per adeguare ad essa la struttura dello schieramento politico che la sostiene: per unire, dunque, il numero più ampio possibile di persone convinte della necessità di sostenere le riforme incisive che di quella strategia costituiscono una parte essenziale, si collochino esse a sinistra o a destra rispetto allo spartiacque tradizionale. Quando e se, tra qualche anno (cinque? dieci?), il nostro Paese avrà compiuto questo passaggio difficile, probabilmente tornerà ad assumere rilievo maggiore lo spartiacque tradizionale; oggi ha rilievo maggiore uno spartiacque “ortogonale” rispetto a quello.    (p.i.)

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