LICENZIAMENTI COLLETTIVI: CECCANTI RISPONDE A ZAGREBELSKY

INCOSTITUZIONALE SAREBBE STATO IL DECRETO CHE AVESSE ESCLUSO DALLA NUOVA DISCIPLINA I LICENZIAMENTI COLLETTIVI, IN CONTRASTO CON UNA DISPOSIZIONE INEQUIVOCA CONTENUTA PROPRIO SU QUESTO PUNTO NELLA LEGGE-DELEGA

Risposta del Stefano Ceccanti, costituzionalista, al collega Gustavo Zagrebelsky, 28 febbraio 2015.

Il prof. Zagrebelsky sostiene oggi sul Fatto quotidiano che in materia di licenziamenti il decreto del Governo è andato oltre la delega. Evidentemente non ha letto la lettera c) del comma 7 dell’articolo 1 della delega, che riproduco qui sotto (*). È esattamente vero il contrario: la delega è così precisa  nell’escludere il reintegro per i licenziamenti economici, che era invece il parere della Commissione Camera, scorporando i licenziamenti collettivi, a violare la delega. Il Governo, col decreto, ha rispettato la delega. Chi era contrario avrebbe dovuto emendare la delega, non cercare di aggirarla dopo.

(*) Testo della lettera c) del comma 7:
[…]
c) previsione, per le nuove assunzioni,  del  contratto  a  tempo indeterminato a  tutele  crescenti  in  relazione  all’anzianità  di servizio, escludendo per i licenziamenti  economici  la  possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di  lavoro,  prevedendo un indennizzo  economico  certo e crescente con  l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai  licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche  fattispecie  di  licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi  per l’impugnazione del licenziamento;
[…]

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