THE DAY AFTER – 0. L’ORA DELLA RESPONSABILITÀ, DA PARTE DI TUTTI

È IL MOMENTO DI METTERE AL BANDO I RANCORI E, CON LA REGIA DEL CAPO DELLO STATO, CERCARE DI ESTRARRE DAL LUNGO DIBATTITO REFERENDARIO I POCHI PUNTI DI AMPIA CONVERGENZA SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE NECESSARIA

Editoriale telegrafico aggiuntivo per la Nwsl n. 417 , 5 dicembre 2016 – Sono on line dalle ore zero di oggi anche gli altri quattro editoriali telegrafici: il primo sulla esilissima prospettiva di una ripresa dell’iter per una riforma costituzionale che resta indispensabile; il secondo sui perfezinamenti delle garanzie democratiche a cui con il voto di ieri abbiamo rinunciato, il  terzo sull’impatto del voto sulle nuove politiche attive del lavoro e il quarto sulle conseguenze probabili in materia elettorale e sulla composizione delle prossime maggioranze di governo.
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Sergio Mattarella

Sergio Mattarella

Il dato più rilevante di questo esito referendario è costituito dalle dimensioni della vittoria del No, in un contesto di partecipazione al voto notevolmente alta, la massima da vent’anni. Era dunque doveroso, anzi inevitabile, che il Presidente del Consiglio si dimettesse. E con questo la sua parte politica, il Pd, paga per una sconfitta nettissima, tanto più grave quanto meno essa era stata prevista nelle sue dimensioni. Ora, però, è il momento della responsabilità da parte di tutti. Se non vogliamo che sia il Paese a pagare un prezzo altissimo per questa battuta d’arresto, è indispensabile l’impegno di tutti coloro che nei mesi scorsi hanno riconosciuto la necessità della riforma costituzionale – dalle diverse componenti del Pd a quelle del centro e a quelle della destra – a mettere da parte i rancori e a sedersi intorno a un tavolo per realizzare le cose indispensabili e urgenti: varare prima di Natale la legge di bilancio, innanzitutto; subito dopo mettere a punto una legge elettorale che consenta una composizione omogenea tra Camera e Senato. Se la politica italiana fosse capace, dando un colpo di reni che sorprenderebbe tutti, di accantonare per davvero i rancori, la terza cosa, importantissima, da mettere in cantiere subito, sotto la regia del Capo dello Stato, sarebbe una commissione ristretta col mandato di estrarre dal lungo dibattito referendario e reinterpretare unitariamente i quattro punti sui quali si è registrato un consenso larghissimo anche nel fronte del No: superamento del bicameralismo perfetto o quantomeno “fiducia costruttiva”, riduzione del numero dei parlamentari, soppressione del CNEL. Si sono impegnati a farlo D’Alema, Bersani, Berlusconi, Quagliariello e molti altri; guai se, di fronte a una loro disponibilità, la maggioranza renziana del Pd si tirasse indietro. Realizzare entro il prossimo anno coi due terzi dei voti parlamentari una riforma costituita dal minimo comun denominatore emerso nel corso di quest’anno di travaglio sarebbe il modo migliore di servire il Paese, riscattandone l’immagine agli occhi dei nostri partner europei.

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