L’OSSESSIONE PENSIONISTICA DI CGIL E UIL E QUALCHE DATO CHE DOVREBBE FAR RIFLETTERE

Continuano a rivendicare prioritariamente l’anticipazione della pensione per i sessantenni, mentre tutto sta a indicare che per tenere in piedi il sistema previdenziale abbiamo assoluto bisogno, semmai, di allargare la base produttiva 

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Primo editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 459, 20 novembre 2017 – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico del 28 ottobre, Paradossi di fine legislatura         .
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Cgil e pensioniIl nostro sistema pensionistico, rimesso in sesto dalla legge Fornero del 2011, è destinato a rimanere stabilmente in equilibrio a una condizione: che la cosiddetta “base produttiva” del nostro Paese non si restringa. Il problema è che essa sembra, invece, destinata a restringersi in modo drammaticamente veloce per motivi demografici. Nel 1960 in Italia sono nati quasi un milione di bambini; nel 2016 ne sono nati meno di mezzo milione. Le proiezioni dell’Istat ci dicono che la popolazione italiana in età attiva, tra i 15 e i 64 anni, attualmente costituita da circa 39 milioni di persone, se la tendenza non cambierà, si ridurrà a 36,7 nel 2030, a 33,1 nel 2040, a 31,1 nel 2050 e a 30 milioni nel 2060. Questo significa che il nostro sistema pensionistico corre, nell’arco di pochi decenni, un evidente e serissimo rischio di collasso. Un rischio gravissimo che ovviamente non riguarda tanto i pensionati e pensionandi di oggi, la maggior parte dei quali fra vent’anni non ci sarà più, quanto i pensionati e i pensionandi di domani e dopodomani. Ma riguarda fin d’ora la credibilità del nostro bilancio pubblico agli occhi dei nostri creditori di medio e lungo termine. Che l’età del pensionamento debba gradualmente spostarsi in avanti, dunque, per compensare il crescere dell’attesa di vita, è ovvio; ma per evitare la bancarotta è indispensabile anche destinare ogni risorsa pubblica ad ampliare la base produttiva, far sì non solo che entrino più giovani nel tessuto produttivo, ma che vi restino più sessantenni. Qual è invece la rivendicazione più urgente sulla quale Cgil e Uil stanno dichiarando guerra al Governo? Smontare la riforma Fornero per tornare a mandare tutti, indiscriminatamente, in pensione prima: dall’impiegato del Catasto alla commessa di negozio.

Di fronte a questa ossessione pensionistica, parlare di miopia sindacale appare riduttivo: il termine più appropriato mi sembra cecità.

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