PERCHÉ LA MAGGIOR PARTE DEI DIPENDENTI PUBBLICI VENUTI DAL SUD VOGLIONO TORNARCI

“[…] Giù avrei fatto la bella vita, con una casa, due stipendi, gli organici dell’ufficio molto più abbondanti e i genitori a curare le figlie (che, però, oggi forse starebbero ancora a passeggiare per il corso con in tasca una laurea conseguita in una delle tante università cresciute come funghi) […]”

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Lettera pervenuta il 18 marzo 2019, in riferimento alla lettera di Canio Lagala e alla mia risposta, del 5 marzo precedente
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Caro professor Ichino, ho letto il suo intervento sul Sud contenuto nella Newsletter n. 496. Sono un meridionale residente a Gallarate dal 1969, dove sono arrivato, novello sposino, perché vincitore di un concorso statale. E vi sono rimasto, diversamente dalla stragrande maggioranza che voleva tornare a casa (naturalmente riuscendoci), ma tutte le mie ferie sono state bruciate giù, perché i miei genitori non sono saliti qui, dove eravamo i 3 figli (Gallarate, Saronno e Varese – nel giro di una ventina di chilometri). Giù avrei fatto la bella vita, con una casa, due stipendi, un ambiente di lavoro ben servito e i genitori a curare le figlie (che, però, oggi forse starebbero ancora a passeggiare per il corso con in tasca la laurea conseguita a CB, una delle tante università sorte come funghi da Teramo e Cassino, fino all’estremo lembo della Sicilia). Tralascio altre considerazioni personali che potrebbero illustrare concretamente il problema meridionale, affrontato dai meridionali con accuse allo Stato, ma non per denunciarne l’assenza reale, bensì per giudicare insufficiente il suo assistenzialismo di Pantalone. Qualche volta è capitato persino allo storico Galasso, che ha mantenuto una certa obiettività.
Il Lagala fa delle ammissioni oneste, a cominciare dal dominio dei capibastone, in altre parole del sistema mafioso. Ritengo che sia da formare il popolo, non bastando qualche manifestazione folcloristica, ma ricordiamoci che persino Mussolini ha dovuto ritirarsi (in Sicilia), figuriamoci questo Stato in lotta con le forze dell’ordine e servito da una giustizia in coma (mentre quella mafiosa gode di ottima salute!). Non sto a scrivere una biblioteca e neppure solo un libro, ma faccio presente che al Sud Pantalone ha costruito tante cattedrali nel deserto e quella di Taranto è stata portata dal privato ad essere la prima industria in Europa, ma, ormai, la stanno distruggendo.
Mi scusi se ogni tanto la importuno, ma per uno formato nel Meridione e che non ha visto i pregi del Nord scendere al Sud (come sarebbe stato normale anche per la legge di gravità), ma i difetti del Sud salire al Nord… Buona settimana
Mario Grosso  (Gallarate)

Mi farebbe piacere che altre voci si aggiungessero, nel dibattito aperto dalla lettera di Canio Lagala.   (p.i.)

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