“[…] sto, purtroppo, finendo di leggere La casa nella pineta […] sto rallentando la lettura degli ultimi capitoli per posticipare il più possibile l’arrivo – prossimo e inesorabile – dell’ultima pagina […]”
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Lettera pervenuta il 23 maggio 2024 – Qui una raccolta di altre lettere di lettori de La casa nella pineta .
Caro Avvocato Ichino,
Mi chiamo Daniela Nardi e sono anche io un avvocato. Le scrivo perché sto – purtroppo – finendo di leggere “La casa nella pineta”, libro bellissimo regalatomi da mio marito che era sicuro mi sarebbe piaciuto tanto, come infatti è stato, tanto che sto rallentando la lettura degli ultimi capitoli per posticipare il più possibile l’arrivo – prossimo ed inesorabile – dell’ultima pagina.
È un libro meraviglioso, che sto amando molto per tantissimi motivi alcuni dei quali anche affettivi, come ad esempio le ambientazioni: la Versilia, luogo delle mie estati, (sono originaria di Lucca); Milano, dove sono andata a lavorare appena laureata (a Pisa, in diritto comunitario), città che mi ha accolto, dove è nata mia figlia, dove ho iniziato la mia carriera forense in un bellissimo studio internazionale ma con orgogliosa matrice italiana (Macchi di Cellere Gangemi), dove ho tuttora i miei amici più cari.
Roma, dove mi sono trasferita e dove ho lavorato come legal manager nel più grande gruppo del lusso del mondo.
Leggere di quei luoghi a me così cari descritti così bene mi ha scaldato il cuore.
Ma non sono solo i luoghi da Lei così ben descritti a legarmi in modo profondo al suo libro, ma anche “i personaggi” cioè Lei e i suoi familiari, in cui davvero spessissimo ho ritrovato sparse le usanze care alla mia famiglia e a me. Dal perfezionismo nell’organizzazione delle feste dei suoi genitori, che è lo stesso dei miei ed oggi è il mio, al cercare di vedere sempre il lato positivo di ogni cosa, alle “fisse” professionali e non di suo padre molte delle quali da me condivise, alcune anche inconsciamente (tipo la proto estate e deutero estate…anche io ho sempre pensato che sia divisa in due in realtà)…
Ci sono davvero moltissime coincidenze che mi hanno spinto a scriverle, per complimentarmi con Lei anche ovviamente per la Sua brillante carriera, per aver descritto così bene certi anni che non ho vissuto perché non ero ancora nata ma che ho sempre sentito raccontare..
Il forte senso religioso è un altro elemento che mi ha quasi fatto sentire parte degli amici suoi e della sua famiglia.
E quel suo cercare una cornice per un dialogo anche addirittura coi suoi attentatori o coi suoi avversari politici l’ho trovato di un’intelligenza e di una sensibilità commoventi. Se tutti facessero un tentativo di dialogo, il mondo non andrebbe come purtroppo sta andando.
In conclusione, sono rimasta così piacevolmente colpita dal suo libro e quindi dalla sua storia che ho pensato le facesse piacere saperlo, mi è proprio venuto l’impulso di scriverLe.
Con sincera gratitudine per i bellissimi momenti e le belle emozioni che mi ha regalato col suo libro, che conserverò nella mia libreria dove tengo solo i libri che amo rileggere e dove il suo libro verrà collocato sul ripiano dei miei preferiti.
Daniela Nardi
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