UNA VOCE DI CONSENSO DALLA LIBIA SULLA QUESTIONE DEGLI STAGES CALABRESI

“ALL’ETA’ DEGLI STAGISTI, SENZA MAI DOVERMI UMILIARE A CHIEDERE FAVORI, HO TROVATO LAVORO ALL’ESTERO, SFRUTTANDO SOLO LE MIE COMPETENZE E CAPACITA’ MANAGERIALI” SCRIVE DALLA LIBIA UN INGEGNERE LAUREATO A PIENI VOTI AL POLITECNICO DI NAPOLI – MA ESISTE UNA ALTERNATIVA ALL’EMIGRAZIONE: INGAGGIARE BUONI IMPRENDITORI PER LA CALABRIA

Lettera pervenuta il 9 giugno 2010 – Segue la mia risposta

Caro Professore,
mi trovo in Libia per lavoro e da qui, attraverso internet, ho avuto modo di leggere  il suo intervento sul Quotidiano della Calabria in merito alla tristissima vicenda degli stagisti, che ha riportato alla mia mente lo scambio di idee di qualche tempo fa.
Inutile sottolineare la mia piena condivisione dei giudizi da lei espressi, forse anche un tantino fin troppo benevoli nei confronti di persone che, seppur adulte e presumibilmente colte, perseverano nell’errore nonostante i provvidi avvertimenti.
Alla loro eta’ io non ho avuto difficolta’ a svolgere la mia professione di ingegnere, dopo il 110 e lode ottenuto presso il Politecnico di Napoli, sia in Italia che all’estero: dall’Inghilterra alla Spagna, dagli Emirati Arabi all’Egitto e alla Nigeria, passando per la Francia il Belgio e altri Paesi, senza mai dovermi umiliare a chiedere favori a questo o a quello, ma sfruttando solo la mia conoscenza tecnica e le mie capacita’ manageriali, ricevendo enormi soddisfazioni morali e materiali, a fronte degli immaginabili sacrifici affrontati essendo chiamato spesso lontano dai propri cari e dal proprio ambiente.
Convengo anche sulle colpe che accomunano i politici di ogni colore, soprattutto dei poteri centrali che continuano imperterriti a imporre candidature impresentabili. Sempre gli stessi artefici dei disastri fin qui compiuti…..
L’Italia tutta versa in grave difficolta’ e per il Meridione, Calabria in particolare, confermo, con un pizzico di perfida soddisfazione, il mio giudizio “di terra perduta e irrecuperabile” che nel prossimo futuro si trovera’ costretta ad affrontare situazioni drammatiche, ai piu’ oggi inimmaginabili.
Dopo aver valutato diverse opportunita’ di lavoro offertemi, tutte molto interessanti, oggi come le dicevo mi trovo in Libia e la mia piu’ grande soddisfazione, oltre ovviamente ai lauti guadagni percepiti, da residente all’estero consiste nel non pagare piu’ le tasse in Italia, lasciando a voi tutti il “piacere” di mantenere lo sterminato esercito di parassiti (politici, LSU, LPU, Stagisti e chi piu’ ne ha piu’ ne metta….) che imperversa in Italia sotto i governi di ogni colore.
Con immutata stima,
Guido Nardo

Esiste un’alternativa all’emigrazione, per i lavoratori del Mezzogiorno: ingaggiare buoni imprenditori. Non sono, infatti, soltanto gli imprenditori ad assumere i lavoratori: anche i lavoratori possono fare altrettanto con i portatori e realizzatori di buoni piani industriali. A condizione che i loro rappresentanti sindacali e politici imparino a negoziare con gli operatori di ogni parte del mondo a 360 gradi e senza tabù: Pomigliano insegna (rinvio in proposito anche al mio saggio Che cosa impedisce ai lavoratori di scegliersi l’imprenditore).    (p.i.)

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