N. 300 – 16 giugno 2014

NEWSLETTER NUMERO 300: SEI ANNI DI LAVORO IN PARLAMENTO
E 300 domeniche dedicate a rendere conto ai miei elettori di quel che penso e di quel che faccio nell’esercizio del mandato da loro conferitomi. Sottolineo questo numero tondo con una selezione degli editoriali  pubblicati con la Nwsl del lunedì dall’aprile 2008 all’aprile 2014, che hanno scandito questo periodo straordinariamente intenso della politica italiana, oltre che della mia vita personale.

L’OK DI CONFINDUSTRIA SUL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI. E I SINDACATI?
Giorgio Squinzi a Modena: “Stasera ho visto che sui temi del lavoro sono più vicino di quanto pensassi al senatore Ichino”: leggi in proposito il mio primo editoriale telegrafico di oggi (che fa seguito a quello della settimana scorsa sullo stesso argomento), dove auspico che ora anche Cgil, Cisl e Uil dicano la loro con chiarezza sul tema centrale della riforma.

Portale della Semplificazione e della Flexsecurity

DIARIO DEL LAVORO IN COMMISSIONE SULLA LEGGE-DELEGA
Da questa settimana fino al termine dell’esame del disegno di legge n. 1428 in Senato in prima lettura darò conto giorno per giorno delle proposte, del dibattito, dei passaggi tecnici e delle curiosità di un iter parlamentare che si annuncia non facile. Leggi il diario della prima settimana di discussione generale sul provvedimento.

IL DECRETO POLETTI E LA RIFORMA IN CAMMINO
Il nesso tra il provvedimento d’urgenza e il disegno di riscrittura organica del diritto del lavoro, sul quale stiamo  lavorando in Senato, nella mia intervista pubblicata venerdì da Libero.

Trasparenza e Valutazione nelle p.a.

IL SOLO PARTITO DI CUI SONO ISCRITTO E MILITANTE DA SEMPRE
Nel secondo editoriale telegrafico di oggi smentisco la notizia data dal Giornale, secondo cui sarei “già nel PD”, spiego le mie scelte e ricordo che il solo “partito” di cui sono iscritto e militante da sempre è quello della riforma del nostro diritto e mercato del lavoro.

PERCHÉ IL PARLAMENTARE OPERA SENZA VINCOLO DI MANDATO
Il principio costituzionale di cui all’articolo 67 non significa che il parlamentare può fare quel che gli pare, ma che egli è il solo interprete del mandato ricevuto dai propri elettori e non può rinunciare a questa prerogativa in favore del proprio partito: leggi il mio intervento in Senato di mercoledì sulle dimissioni di due senatrici del M5S.
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