LA NOVITA’ POSITIVA DELLA MANOVRA ECONOMICA DI TREMONTI E LA SUA CREPA INTERNA
Un’innovazione molto importante sul piano del metodo, ombre e luci nei contenuti. Ma il conflitto di interessi del Capo del Governo manifestatosi con l’emendamento sulla giustizia penale toglie credibilità alla linea del rigore nelle amministrazioni pubbliche.
Leggi l’intervista pubblicata da Libero il 20 giugno
LA QUESTIONE DELL’INEFFETTIVITA’ DEL NOSTRO DIRITTO DEL LAVORO
Aumento delle disuguaglianze e scollatura tra sistema delle protezioni e tessuto produttivo, nell’era della polarizzazione planetaria della forza-lavoro, sono oggetto del mio intervento al congresso dell’Associazione italiana di diritto del lavoro del 19 aprile scorso, che è ora disponibile nella sezione “Saggi” del sito.
RISPONDERE ALLA DEREGULATION DEL MINISTRO SACCONI PROGETTANDO IL NUOVO DIRITTO DEL LAVORO
Sulle politiche del lavoro non dobbiamo commettere di nuovo gli errori della 14a legislatura. L’intervista a cura di Roberto Bagnoli sul Corriere della Sera di oggi.
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IL MODO PIU’ EFFICACE PER RILANCIARE LA CRESCITA ECONOMICA DEL PAESE CONSISTE NELL’AUMENTARE IL TASSO DI OCCUPAZIONE FEMMINILE
Pensiamo a quanta ricchezza in più potrebbe essere generata se nel nostro tessuto produttivo entrassero tre milioni di italiane in più, allineando la nostra forza-lavoro femminile allo standard comunitario che ci siamo impegnati a raggiungere entro il 2110. L’incentivo fiscale potrebbe costituire una leva efficacissima per realizzare questo obiettivo (v. in proposito l’articolo di Alberto Alesina e Andrea Ichino pubblicato oggi sul Sole 24 Ore). Le misure fiscali annunciate dal Governo – detassazione degli straordinari e introduzione del sistema del “quoziente familiare” -, pur non prive di alcuni aspetti positivi, vanno però nella direzione opposta a quella di incentivare la presenza delle donne nel mercato del lavoro.
LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE LAVORO DEL SENATO
La vicenda si è conclusa con il ritiro della mia candidaturra e l’elezione del senatore della maggioranza Pasquale Giuliano. Un lettore scrive dei suoi dubbi e della sua delusione in proposito; gli rispondo che non vi è motivo né per i primi né per la seconda (v. la lettera e la mia risposta).
Pur nella sua inferiorità numerica, sul terreno della politica del lavoro l’opposizione ha, rispetto alla maggioranza, un vantaggio strutturale: nelle sue file in Parlamento essa annovera numerosi esponenti molto qualificati sia degli imprenditori, sia delle confederazioni sindacali maggiori.
Tra i primi annunci del nuovo Governo spicca quello del neo-ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, che dalle colonne di Libero (10 maggio) promette un impegno forte e severo nella lotta alle inefficienze e agli sprechi delle amministrazioni pubbliche. Allo stesso giornale, che mi ha intervistato oggi sull’argomento (Il PD, il Governo e i nullafacenti), ho risposto indicando i tre punti di forza di una iniziativa non velleitaria in questo campo, sui quali mi sembra possibile e auspicabile una cooperazione tra maggioranza e opposizione: la trasparenza totale (tutti i dati sul funzionamento interno delle p.a. accessibili on line), un sistema di valutazione indipendente, il metodo del benchmarking comparativo per attivare incentivi e sanzioni in modo efficace e incisivo.
Sono favorevole alla pubblicazione dei redditi dei contribuenti, che da un quarto di secolo è prassi pacifica in un Paese civilissimo come la Svezia. Per quel che riguarda i miei, pubblico nella pagina “Rendiconti” i dati analitici (singole categorie di reddito e irpef pagata) relativi agli anni 2005 e 2006, con l’impegno a fare altrettanto per quelli del 2007, non appena ne avrò presentato la dichiarazione.
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Continuano ad arrivare moltissimi messaggi sul tema del ruolo di ministro del Lavoro nel nuovo Governo offertomi da Silvio Berlusconi. Ne ho selezionato uno tra i molti che dissentono dalla mia risposta negativa: Per favore, ci ripensi!; è nella sezione “Lettere”, con la mia risposta, che ovviamente è rivolta anche a tutti gli altri messaggi di contenuto analogo. A quelli – più numerosi – che esprimono invece consenso, non occorre altra risposta che un ringraziamento collettivo.
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Oggi il Corriere della Sera e il Riformista riportano con molta evidenza la notizia della proposta che mi è stata rivolta da Silvio Berlusconi di un impegno nel suo Governo come ministro del Lavoro. Ho risposto al futuro premier confermando quanto avevo già scritto in un editoriale del 16 aprile scorso, che richiamo nella home page: il mio compito, in questa legislatura, è quello di contribuire a costruire e radicare la politica del lavoro del Partito alla cui fondazione ho partecipato e nelle cui file sono stato eletto. Il che non impedirà né a me né al PD di coltivare tutte le convergenze serie che si renderanno possibili tra maggioranza e opposizione sulle misure utili per il Paese.
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