NON SONO CERTO IMPUTABILI ALLA NORMA COSTITUZIONALE LE INCERTEZZE, I RITARDI, LE INCAPACITA’ DEL LEGISLATORE ORDINARIO NEL RIMUOVERE I VINCOLI INUTILI ALLE ATTIVITA’ ECONOMICHE, NE’ LE RIPETUTE MARCE INDIETRO DEL GOVERNO SUL TERRENO DELLA LIBERALIZZAZIONE E DELLA SEMPLIFICAZIONE
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera, nella rubrica Lettera sul Lavoro, il 10 giugno 2010
Caro Direttore, il ministro dell’Economia ha ragione quando, nella sua intervista al Corriere del 1° giugno scorso, osserva che l’articolo 41 della Costituzione, in materia di libertà d’impresa, richiederebbe un po’ di restyling. Ma – mi sembra – egli sbaglia quando presenta questa riscrittura della norma come necessaria per l’eliminazione dei molti lacci e lacciuoli che frenano la nostra già troppo pigra economia: l’articolo 41 non impedisce affatto né gli interventi di liberalizzazione né quelli di semplificazione.
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LO STATUTO E’ STATO SCRITTO IN UN EPOCA IN CUI NELLE AZIENDE NON C’ERANO ANCORA I FAX, LE FOTOCOPIATRICI, I COMPUTER, I TELEFONI CELLULARI, INTERNET, E IL TEMPO DI VITA DELLE TECNICHE APPLICATE SI MISURAVA IN DECENNI (OGGI LO SI MISURA IN MESI): C’E’ MATERIA – ALTROCHE’ – PER UNA RISCRITTURA DI QUESTA LEGGE FONDAMENTALE, E SE QUESTO AVVENISSE SULLA BASE DI UN ACCORDO TRA TUTTE LE PARTI INTERESSATE SAREBBE MOLTO MEGLIO
“Lettera sul Lavoro” pubblicata sul Corriere della Sera del 31 maggio 2010
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L’ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD DEL 21 E 22 MAGGIO DEVE DECIDERE SE AFFRONTARE O NO LA QUESTIONE DEL “DIRITTO DEL LAVORO UNICO” PER TUTTI I LAVORATORI IN POSIZIONE DI DIPENDENZA ECONOMICA DALL’AZIENDA, ANCHE A COSTO DI METTERE IN DISCUSSIONE ALCUNE PARTI DEL VECCHIO ORDINAMENTO – I QUATTRO PROGETTI DI LEGGE DI INIZIATIVA PARLAMENTARE DEL PD LO FANNO; IL “DECALOGO” PROPOSTO DA STEFANO FASSINA NO
Articolo di fondo pubblicato su Europa il 20 maggio 2010
Il “decalogo” che Stefano Fassina proporrà domani all’Assemblea del Pd parla di un “diritto del lavoro unico”; ma quello che egli propone è un diritto del lavoro che per la sua parte più rilevante continua ad applicarsi soltanto al lavoro subordinato tradizionalmente inteso, lasciando fuori milioni di persone ‑ in prevalenza giovani ‑ in posizione di sostanziale “dipendenza economica” dall’impresa per cui lavorano.
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IL PROBLEMA CRUCIALE CHE LA RIFORMA DELL’AVVOCATURA DOVREBBE AFFRONTARE – MA NON AFFRONTA – E’ QUELLO DEL POSSIBILE CONFLITTO DI INTERESSI TRA IL LEGALE E IL CLIENTE: L’ORDINE FORENSE, SE E’ POSTO DAVVERO A TUTELA DELL’INTERESSE DELLA COLLETTIVITA’, DOVREBBE ADOPERARSI PER CONSENTIRE A CHIUNQUE UNA POSSIBILITA’ DI CONTROLLO EFFICACE SULL’OPERATO DEL SUO AVVOCATO (OGGI PRESSOCHE’ IMPOSSIBILE)
Articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 3 maggio 2010
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I GIOVANI, CHE OGGI L’ARTICOLO 18 NON LO VEDONO NEANCHE DI LONTANO, NON CHIEDONO L’INAMOVIBILITA’, MA UN LAVORO DECENTE E LA FINE DELL’ATTUALE APARTHEID A LORO DANNO. NON RENDE LORO UN BUON SERVIZIO CHI RIFIUTA ADDIRITTURA DI APRIRE IL DISCORSO SUL COME RIPROGETTARE E RISCRIVERE IL DIRITTO DEL LAVORO PER LE NUOVE GENERAZIONI
Editoriale pubblicato su Europa il 27 aprile 2010, in risposta all’articolo di Luigi Mariucci su l’Unità del 24 aprile – Segue una risposta di Luigi Mariucci, pubblicata su Europa il 5 maggio 2010
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TOGLIERE LA MENSA SCOLASTICA A UN BAMBINO E’ SEMPRE UN’INGIUSTIZIA, PERCHE’ NON SI PUO’ FAR CARICO A LUI DEI COMPORTAMENTI DEI SUOI GENITORI, PER QUANTO SCORRETTI – MA IN MOLTI ALTRI CASI IL RISCHIO DI DIFENDERE INDEBITAMENTE POSIZIONI DI RENDITA PARASSITARIA DEVE ESSERE ATTENTAMENTE CONSIDERATO E LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA ETICO-POLITICO NON E’ ALTRETTANTO FACILE
Editoriale di Andrea Ichino su La Stampa del 17 aprile 2010
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IL MIO PROGETTO PER LA TRANSIZIONE A UN REGIME DI FLEXSECURITY, COSI’ COME IL PROGETTO NEROZZI NON MODIFICA IN NULLA IL REGIME DI PROTEZIONE DEGLI ATTUALI LAVORATORI REGOLARI, MA OFFRE UNA PROTEZIONE UNIVERSALE E MODERNA A TUTTI I NUOVI RAPPORTI DI LAVORO, SUPERANDO RADICALMENTE L’ATTUALE REGIME DI APARTHEID FRA PROTETTI E NON PROTETTI
Articolo pubblicato su l’Unità dell’11 aprile 2010, insieme a una lettera a Michele Tiraboschi e a me di un giovane lavoratore a progetto – In argomento v. anche la lettera di un operaio metalmeccanico, del 7 aprile, ai senatori firmatari del mio d.d.l. n.1481, con la mia risposta
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NESSUNO DI NOI E’ L’EREDE ESCLUSIVO DEL PENSIERO E DEL PROGETTO DI MARCO BIAGI; E QUANTO ABBIAMO TUTTI EREDITATO DA LUI NON E’ UNA SORTA DI “SACRA SCRITTURA”, DALLA QUALE POSSANO DISTILLARSI PRINCIPI E LINEE IMMUTABILI DELLA RIFORMA NECESSARIA DEL DIRITTO DEL LAVORO
Lettera aperta pubblicata sul Bollettino Adapt del 29 marzo 2010, in risposta all’intervento di Michele Tiraboschi, professore di diritto del lavoro all’Università di Modena e consigliere del ministro del Lavoro Sacconi, pubblicato sullo stesso periodico il 22 marzo. Questo intervento commentava il mio articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 19 marzo scorso, nell’ottavo anniversario della morte di Marco Biagi, imputandomi, insieme ad alcune altre colpe, anche quella di “avvelenare i pozzi” con le mie critiche alle riforme del Governo.
Caro Michele,
hai ragione quando, sul numero di lunedì scorso del Bollettino Adapt, chiedi che tutti, a destra e a sinistra, smettiamo di usare il nome di Marco Biagi come bandiera, come scudo o come bersaglio, nelle discussioni di politica del lavoro. Se nel mio ultimo articolo sul Corriere della Sera posso avere dato – certo, involontariamente – l’impressione di fare questo, ne chiedo scusa. E tanto più la cosa mi dispiace, in quanto quell’articolo era destinato a onorare Marco nell’anniversario della sua morte. Rispondo dunque alle tue osservazioni critiche cercando di chiarire come vedo le cose, in particolare con riguardo al dibattito sul pensiero di Marco e alla sua attualità, ma al tempo stesso cercando di evitare che questa mia replica alimenti una querelle astiosa tra di noi, che è fuori delle mie corde e in ogni caso non ci farebbe fare alcun passo avanti. Continua…
UNO DEGLI ASPETTI POSITIVI DELLA GLOBALIZZAZIONE E’ LA POSSIBILITA’ DI “INGAGGIARE” IL MEGLIO DELL’IMPRENDITORIA MONDIALE, PORTARE IN CASA PROPRIA INVESTIMENTI E TECNOLOGIE DI AVANGUARDIA – I BRITANNICI LO SANNO FARE (“HIRE YOUR BEST EMPLOYER!”), NOI TENIAMO GLI IMPRENDITORI STRANIERI ALLA LARGA
La notizia da cui trae spunto questa riflessione è tratta da BBC One-Minute world News, 18 marzo 2010
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OTTO ANNI NON SONO BASTATI PER SUPERARE IL MICIDIALE GIOCO SISTEMICO DI FAZIOSITA’ CONTRAPPOSTE CHE SI SCATEN0′ QUANDO LA SUA LEGGE VENNE EMANATA. ORA FERMIAMOCI ALMENO IN QUESTO GIORNO PER RECUPERARE LA SERENITA’ DI GIUDIZIO NECESSARIA, MA ANCHE LA LIBERTA’ E L’APERTURA DI ORIZZONTI CHE COSTITUISCONO LA PARTE PIU’ IMPORTANTE DELLA SUA LEZIONE
Editoriale pubblicato sul Corriere della Sera il 19 marzo 2010
Questa sera a Bologna, alle otto e cinque, molte persone di idee diversissime tra loro arriveranno in bicicletta davanti al portico di via Valdonica 14, dalla stazione ferroviaria: è il percorso che Marco fece per l’ultima volta il 19 marzo 2002. Intanto a Modena, per coltivare il suo contributo al progresso della cultura del lavoro, sono riuniti per tre giorni studiosi di tutto il mondo e di tutti gli orientamenti, come ogni anno, per iniziativa della Fondazione Marco Biagi. Perché questa stessa serenità nel far rivivere la sua eredità non riesce ad affermarsi tra le forze politiche e sindacali?
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