PLAUSO PER UN ATTO DI SAGGEZZA, SOLLIEVO PER UNA GRAVE CRISI EVITATA, RIPROVAZIONE PER L’ARROGANZA DI CHI HA BENEFICIATO DI QUESTO ATTO SENZA AVERLO MERITATO
Commento alla firma da parte del Presidente della Repubblica del decreto-legge emanato dal Governo per consentire l’ammissione della lista milanese e quella romana del PDL per le elezioni regionali, a seguito degli errori e inadempimenti procedurali che ne avevano causato l’esclusione – 7 marzo 2010
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LA NUOVA NORMA SULLA SOLUZIONE ARBITRALE DELLE CONTROVERSIE PROBABILMENTE NON PRODURRA’ DANNI AI LAVORATORI, ANCHE PERCHE’ DELINEA UNA PROCEDURA TROPPO COMPLICATA E COSTOSA – MA E’ ORA CHE IL SISTEMA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI RIVENDICHI DAL LEGISLATORE MAGGIORE SOBRIETA’, CHIAREZZA E SELF RESTRAINT, PERCHE’ SIA RESTITUITA ALLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA LA FUNZIONE PERDUTA DI FONTE PRINCIPALE DI REGOLAZIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO
Articolo pubblicato sul Corriere della sera il 7 marzo 2010
Caro Direttore, con la legge in materia di lavoro varata dal Senato mercoledì scorso rischia di ripetersi quello che è accaduto sette anni fa con la legge Biagi: il governo la presenta come la liberazione da vecchi vincoli; l’opposizione e la Cgil convalidano questa immagine della legge denunciandola come un grave “smantellamento delle protezioni”; tutti si convincono che effettivamente – nel bene o nel male – siamo di fronte a una liberalizzazione del mercato del lavoro; solo dopo qualche anno, alla prova dei fatti, si scopre che questa liberalizzazione non c’è stata affatto.
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IL GOVERNO, CONVINTO CHE IL DIRITTO AMMINISTRATIVO SIA INCOMPATIBILE CON L’EFFICIENZA DELLE STRUTTURE STATALI, LE TRASFORMA FITTIZIAMENTE IN SOGGETTI DI DIRITTO PRIVATO. E NELLO STESSO TEMPO TRASCURA LA RIFORMA DEL MINISTRO BRUNETTA
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 17 febbraio 2010
Caro Direttore, forse c’è un nesso tra le scelte del Governo tendenti alla privatizzazione della Protezione civile, come in precedenza di altri settori dello Stato, e la mancata emanazione dei decreti necessari per il funzionamento della nuova autorità indipendente, chiave di volta della riforma Brunetta delle amministrazioni, insediata da due mesi ma ancora del tutto priva di risorse. I maliziosi, poi, possono vedere una terza coincidenza significativa: la candidatura del ministro Brunetta a sindaco di Venezia. L’impegno del Governo a riformare l’amministrazione statale si è già esaurito? Continua…
NOTE IN MARGINE ALL’ULTIMO INTERVENTO DI BRUNETTA A “PORTA A PORTA”: NON TOGLIAMO L’ARTICOLO 18 AI PADRI, MA RISCRIVIAMO IL DIRITTO DEL LAVORO PER I FIGLI, IN MODO CHE ESSO TORNI CAPACE DI APPLICARSI VERAMENTE A TUTTI I RAPPORTI CHE SI COSTITUIRANNO DA QUI IN AVANTI. E GARANTIAMO A TUTTI NON L’IMPOSSIBILE “POSTO FISSO”, MA PROTEZIONE FORTE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E SOSTEGNO NEL MERCATO NEL CASO DI PERDITA DEL POSTO
Editoriale pubblicato sul Corriere della Sera dell’8 febbraio 2010
Il ministro Renato Brunetta ha molta ragione quando avverte che il diritto del lavoro, e in particolare l’articolo 18 dello Statuto del 1970, oggi si applica soltanto ai padri e non ai figli. Gli italiani, però, hanno diritto di sapere che cosa il ministro propone seriamente – e non soltanto con una battuta in un talk show – per superare il regime di apartheid che penalizza la nuova generazione di lavoratori.
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IL PROBLEMA PIU’ DIFFICILE DA RISOLVERE, PER LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI, NON E’ TANTO QUELLO DEL REPERIMENTO DI FONDI, QUANTO QUELLO DI EVITARE CHE IL SOSTEGNO DEL REDDITO ALLUNGHI I PERIODI DI DISOCCUPAZIONE. PER QUESTO E’ ESSENZIALE UN RAPIDO E DRASTICO MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI DI ASSISTENZA NEL MERCATO, CHE PUO’ ESSERE OTTENUTO SOLTANTO SE SI ATTIVANO GLI INCENTIVI ECONOMICI GIUSTI, COINVOLGENDO DIRETTAMENTE LE IMPRESE
Editoriale pubblicato sul Corriere della Sera del 12 gennaio 2009
Caro Direttore, il problema degli “ammortizzatori sociali”, che il Presidente Napolitano nel suo discorso di fine anno ha messo al primo posto nella lista delle riforme urgenti, non è principalmente quello del reperimento di fondi pubblici da destinare a chi perde il lavoro. Il problema è che, se il trattamento offerto ai disoccupati consiste soltanto in un sostegno del loro reddito, questo rischia di produrre l’effetto di rallentare la ricerca del nuovo lavoro, allungando i periodi di disoccupazione.
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IL PROBLEMA DEL MEZZOGIORNO E’ ESSENZIALMENTE QUELLO DEL DIFFICILE PASSAGGIO DA UN EQUILIBRIO CULTURALE DETERIORE A UN EQUILIBRIO PIU’ AVANZATO. QUATTRO POSSIBILI “MICROINTERVENTI” POSSONO QUANTO MENO SEGNARE LA DIREZIONE IN CUI OCCORRE INCOMINCIARE A MUOVERSI PER USCIRE DAL CIRCOLO VIZIOSO DELL’ARRETRATEZZA CIVILE, CHE PORTA CON SE’ L’ARRETRATEZZA ECONOMICA
Articolo di Alberto Alesina e Andrea Ichino pubblicato sul sito del Sole – 24 Ore del 22 dicembre 2009
Numerosi studi di sociologi ed economisti mostrano che una delle principali cause dell’arretratezza del Mezzogiorno ha radici antiche dalle quali dipende una carenza di “capitale sociale” e di “senso civico”. Al sud manca una sufficiente fiducia reciproca e una capacità di collaborare che vada oltre le mura familiari e che, quindi, faciliti contratti e interazioni economiche tra estranei. La produzione e lo scambio di beni diventano difficili, se non ci si può fidare delle persone con cui si interagisce.
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SI INSEDIA LA COMMISSIONE CENTRALE CHE DOVRA’ GARANTIRE LA TRASPARENZA TOTALE NELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E L’INDIPENDENZA DEI RISPETTIVI ORGANI DI VALUTAZIONE. E’ DI CRUCIALE IMPORTANZA CHE QUESTA NUOVA AUTORITY APPLICHI FIN DALL’INIZIO A SE STESSA GLI STESSI PRINCIPI. E CHE L’OPINIONE PUBBLICA DRIZZI FIN DALL’INIZIO LE ANTENNE SULLE SUE SCELTE
Editoriale pubblicato sul Corriere della Sera il 21 dicembre 2009
Caro Direttore, domani si insedia la Commissione centrale indipendente per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, istituita dalla “legge Brunetta”. L’indipendenza effettiva dal Governo dei cinque membri – Luciano Hinna, Antonio Martone, Pietro Micheli, Filippo Patroni Griffi e Luisa Torchia – è garantita, oltre che dalla loro qualità personale, dall’avvenuta approvazione bi-partisan delle loro designazioni da parte delle Commissioni parlamentari competenti, con oltre i due terzi dei voti, come previsto dalla stessa legge. E anche dalla durata in carica per sei anni: un periodo che va oltre quello di una legislatura.
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UNA NORMA SU LICENZIAMENTI E TRASFERIMENTI NEL COLLEGATO ALLA FINANZIARIA (D.D.L. N. 1167) ALLARGA INCREDIBILMENTE LA DISCREZIONALITA’ DEL CONTROLLO GIUDIZIALE SUL GIUSTIFICATO MOTIVO, FACENDO DEL GIUDICE DEL LAVORO L’INTERPRETE UNICO DELL'”INTERESSE OGGETTIVO DELL’IMPRESA”
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 29 novembre 2009
Se tutto va secondo le previsioni, tra breve comparirà sulla Gazzetta Ufficiale una norma che affida al giudice del lavoro il compito di controllare i licenziamenti e i trasferimenti alla stregua non soltanto del vecchio criterio del “giustificato motivo”, bensì anche del criterio della loro corrispondenza – niente meno – a un “interesse oggettivo dell’organizzazione aziendale”.
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OGGI OCCUPATI A SINGHIOZZO, DOMANI SENZA PENSIONE. QUESTO E’ IL DESTINO PREVALENTE DELLE GIOVANI GENERAZIONI DI ITALIANI, SE IL GOVERNO NON ATTIVA SUBITO SERI PROVVEDIMENTI PER RISTRUTTURARE LA SPESA SOCIALE E PROMUOVERE UNA RIFORMA VERA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI
Articolo di Tito Boeri pubblicato su La Repubblica dell’11 novembre 2009
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NEL SETTORE DELL’ISTRUZIONE MUSICALE UN’INTERA GENERAZIONE E’ STATA ESCLUSA DALL’ACCESSO ALLA DOCENZA DI RUOLO: CHI SIA NATO DOPO IL 1970 NON HA PIU’ AVUTO DI FATTO ALCUNA POSSIBILITA’ DI CANDIDARSI
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera l’8 novembre 2009
La chiusura del nostro Paese ai giovani si manifesta soprattutto nel sistema dell’istruzione superiore, che ora il Parlamento si accinge a riformare. Ne fornisce un esempio drammatico il settore dell’istruzione musicale, dove la chiusura è più ermetica che altrove: qui l’ultimo concorso a cattedre è stato bandito venti anni fa, nel 1990; e chi non sia stato dichiarato “idoneo” in quel concorso non ha più avuto l’opportunità di candidarsi in un Conservatorio italiano.
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