UNA PROPOSTA INTERESSANTE SULLE AUTO BLU

TRASFORMIAMO IN TAXISTI GLI AUTISTI DELLE VETTURE ASSEGNATE AI POLITICI PER (REALI) MOTIVI DI SERVIZIO

Messaggio pervenuto il 25 luglio 2011 – Segue la mia risposta

Caro Senatore,
al contrario del pensiero nazionale comune di questi ultimi tempi, io credo che i costi della politica siano necessari e come tali occorre semplicemente gestirli.
Molte aziende private dal 2009 hanno, chi più chi meno, rimesso mano all’organizzazione ed ai costi, soprattutto di struttura.
Oltre alla riorganizzazione, solitamente si affronta il bilancio economico e si scorrono le singole voci, dando maggior attenzione a quelle a più alta incidenza per poi addentrarsi nell’analisi più approfondita della voce di costo.
Le faccio un esempio. Agli occhi di tutti le auto blu sembrano essere diventate un lusso di altri tempi; ragionando a freddo possiamo però dire che anche un manager di una media azienda ha ormai diritto all’auto aziendale, ma difficilmente troviamo nel settore privato gli autisti, salvo per qualche top manager di qualche holding internazionale.
Si potrebbe così pensare di sostituire le auto blu con auto in full leasing e riconoscere una licenza da taxista all’attuale autista che potrebbe in questo modo convertirsi nel mercato del lavoro, andando anche in questo modo nella direzione delle liberalizzazioni.
Cordiali saluti
Alessio Menegatto

Concordo largamente con i suggerimenti contenuti in questa lettera. La protesta – per molti aspetto fondatissima – contro i privilegi della politica dovrebbe essere meglio indirizzata e motivata. Così come lascia il tempo che trova la polemica contro il fatto che le Camere tengano sessione soltanto per tre giorni alla settimana (v. in proposito il mio articolo pubblicato nei giorni scorsi sul Corriere della Sera), lo stesso può dirsi della polemica contro il trattamento economico diretto riservato ai parlamentari, che non eccede quello di un dirigente di medio livello in una azienda medio-grande. Quando si confronta il trattamento dei deputati e senatori italiani con quello dei loro colleghi di altri Paesi, occorre sempre tener conto del fatto che in molti Paesi stranieri i servizi ai parlamentari – per esempio l’assistente parlamentare, talvolta anche la foresteria – sono forniti direttamente dall’istituzione, mentre questi costi in Italia sono a carico dell’interessato. Diverso è il discorso sui vitalizi per gli ex-parlamentari: così come sono disciplinati oggi essi costituiscono un privilegio inaccettabile. Sul modo di tagliare molti – e anche più gravi – sprechi e privilegi del ceto politico rinvio alla mia lettera al Gruppo Pd del 27 luglio scorso e agli ordini del giorno che abbiamo presentato e discuteremo la settimana prossima.     (p.i.)

 

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