N. 169 – 3 ottobre 2011

CHE COSA CI CHIEDE VERAMENTE LA BANCA CENTRALE EUROPEA
È stata finalmente (e molto opportunamente) pubblicata la lettera inviata il 5 agosto dal governatore uscente Jean-Claude Trichet e da quello entrante Mario Draghi al nostro premier. Contenente, tra l’altro, indicazioni molto precise in materia di riforma del diritto sindacale e del lavoro, che corrispondono pari pari ai contenuti del progetto semplificazione e flexsecurity (ma non a quelli dell’articolo 8 del decreto di Ferragosto): leggi in proposito il mio primo editoriale telegrafico.

DUE RAGIONI FONDAMENTALI PER UNA RIFORMA
In riferimento alla parte delle indicazioni della BCE sulla necessaria riforma del nostro diritto del lavoro ripropongo ai lettori un breve racconto pubblicato nove anni fa sul Corriere della Sera, che mi sembra ancora quanto mai attuale e che mette in luce la duplice necessità di un ripensamento profondo del nostro ordinamento, non solo sul versante del lavoro degli outsider, ma anche su quello del lavoro degli insider: I turbamenti di un giovane co.co.co.

      

TUTTO IL DIBATTITO OSPITATO DA EUROPA SUL PROGETTO FLEXSECURITY
Raccolti in una pagina i link agli interventi di Pierpaolo Baretta, Emma Bonino, Cesare Damiano, Sergio D’Antoni, Pietro Ichino e Nicola Rossi, Tiziano Treu, Lanfranco Turci e Sergio Cesaratto, pubblicati sul quotidiano del Pd a seguito della presentazione della denuncia alla Commissione UE contro il dualismo del mercato del lavoro italiano.

NUOVE RELAZIONI INDUSTRIALI PER TORNARE A CRESCERE
Leggi il mio articolo pubblicato dalla rivista della Confindustria di Napoli, CostoZero, sull’importanza dell’accordo interconfederale del 28 giugno e sull’uso buono che può essere fatto di una norma cattiva: l’articolo 8 del decreto di Ferragosto. 

REFERENDUM ELETTORALE: CE L’ABBIAMO FATTA!
Questo milione di firme riattiva finalmente un sistema politico bloccato. Non sarebbe stato possibile senza l’impegno personale di alcuni parlamentari e di migliaia di volontari. Questa è la buona politica: e non dimentichiamocene quando – giustamente – ce la prendiamo con quella cattiva. Leggi in proposito il mio secondo editoriale di oggi.

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