Seminario organizzato dall’Istituto Bruno Leoni A Milano il 5 ottobre 2009, con la partecipazione di Pietro Ichino, Franco Debenedetti e Benedetto Della Vedova
Scarica la registrazione dell’intervento di Pietro Ichino trasmessa da Radio radicale
Seminario organizzato dall’Istituto Bruno Leoni A Milano il 5 ottobre 2009, con la partecipazione di Pietro Ichino, Franco Debenedetti e Benedetto Della Vedova
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DI FRONTE ALL’OPERA STRAORDINARIA DI QUESTO GRANDE INTELLETTUALE, INVECE DI CERCARE DI ARRUOLARLO NELLE PROPRIE FILE, CIASCUNO DI NOI FAREBBE MEGLIO A LASCIARSI METTERE IN DISCUSSIONE DALLE SUE IDEE
Dal resoconto stenografico della seduta pomeridiana del 6 ottobre 2009 (seduta n. 263 ) del Senato, dedicata alla commemorazione di Gino Giugni – Il testo dell’intervento è pubblicato anche dal sito lavoce.info
ICHINO (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ICHINO (PD). Signor Presidente, oggi abbiamo letto e sentito le commemorazioni dedicate a Gino Giugni da molti esponenti del mondo politico e del mondo sindacale: per esempio dal ministro Brunetta sulle colonne di Libero, dai leader di Cgil Cisl e Uil durante la cerimonia funebre presso al sede del Cnel, e qui al Senato da diversi colleghi. Tutti tendono a sottolineare, della lezione di Giugni, la parte in cui trovano conferma delle proprie posizioni. Forse, di fronte all’opera straordinaria di questo grande intellettuale, faremmo invece meglio tutti, a cominciare dalla parte politica cui appartengo, a cercare con cura, nel suo pensiero, quello che mette in discussione le nostre rispettive posizioni, in materia di politica del lavoro e delle relazioni industriali.
L’ITALIA PERDE UN GRANDE MAESTRO DEL DIRITTO DEL LAVORO, MA CONSERVA UN’EREDITA’ SENZA EGUALI. GINO GIUGNI HA RIVOLUZIONATO LA NOSTRA CULTURA GIUSLAVORISTICA LASCIANDOCI UN INSEGNAMENTO FONDAMENTALE: SOLO LA CAPACITA’ DI GUARDARE AVANTI SENZA CRISTALLIZARSI SU POSIZIONI RIGIDE RISPONDE ALLE COMPLESSE ESIGENZE DI UN MONDO SEMPRE PIU’ DINAMICO
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 6 ottobre 2009
Scarica il testo dell’intervista a Gino Giugni citata nell’articolo (a cura di Pietro Ichino, pubblicata sulla Rivista italiana di diritto del lavoro, I, 1992, ora nel libro “Il diritto del lavoro nell’Italia repubblicana”, Giuffrè, 2008).
IL MONDO DEL LAVORO E’ IN LUTTO PER LA MORTE GINO GIUGNI
Continua…
IN QUESTO DIALOGO DEL 1993 IL GRANDE GIUSLAVORISTA, BRACCIO DESTRO DEL MINISTRO BRODOLINI NEI LAVORI PREPARATORI DELLO STATUTO DEI LAVORATORI, RACCONTA LA SUA VITA E PARLA DELLE PROSPETTIVE DI EVOLUZIONE DEL NOSTRO DIRITTO DEL LAVORO
Intervista a cura di Pietro Ichino, pubblicata sulla Rivista italiana di diritto del lavoro, I, 1993 – Gino Giugni è morto a Roma il 5 ottobre 2009 a 82 anni Continua…
Il progetto per un nuovo Codice del Lavoro: disegni di legge n. 1872 e 1873/2009
Lezione di Pietro Ichino per il Corso di aggiornamento professionale in Diritto del lavoro Università di Firenze, 29 gennaio 2010. Per i testi dei due disegni di legge in cui il progetto si articola, e le rispettive relazioni introduttive, vai al Portale della Semplificazione e della Flexsecurity.
Scarica le slides in formato pdf
LE SOCIETA’ STRANIERE TROVANO OGGI IN ITALIA UN CLIMA PIU’ FAVOREVOLE A SEGUITO DELLA RIFORMA DEL DIRITTO SOCIETARIO. MA SUL TERRENO DELLA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI NEL CONSIGLIO DI SORVEGLIANZA MANCA ANCORA UNA NORMATIVA ADEGUATA: LA SOLLECITAZIONE AL LEGISLATORE (DI SEGNO ASSAI DIVERSO RISPETTO ALLA POSIZIONE ASSUNTA QUESTA ESTATE DALLA NOSTRA CONFINDUSTRIA) DA PARTE DI UNA MULTINAZIONALE FRANCO-TEDESCO-ITALIANA
Lettera pervenuta il 1° ottobre 2009
IL NOSTRO CONTRIBUTO HA CONSENTITO A BARBARA DI RICOSTRUIRE IL SUO STUDIO ODONTOIATRICO
Lettera pervenuta il 1° ottobre 2009
AUSPICHIAMO CHE I TONI DEL DIBATTITO SI STEMPERINO, IN MODO CHE EMERGA FRA I TRE CANDIDATI E FRA TUTTI I LORO SOSTENITORI UN RICONOSCIMENTO RECIPROCO DI INDISPENSABILITA’ PER LA VITA FUTURA DEL PD. “PARTITO DEMOCRATICO” OGGI SIGNIFICA ESSENZIALMENTE QUESTO
Appello promosso il 3 ottobre 2009 da un gruppo di sei senatori, divisi fra le tre mozioni congressuali ma uniti nella preoccupazione per l’unità del Partito, sul quale si sono già raccolte in due giorni oltre 40 firme di altri senatori del Gruppo (e altre sono in arrivo).