LE COMMISSIONI RIUNITE LAVORO E FINANZE DEL SENATO HANNO AVVIATO L’ESAME DEL TESTO UNIFICATO
Scarica l’articolo apparso sul Sole 24 Ore in data 21 maggio 2009
Documenti:
– il testo unificato su cui si è avviata la discussione delle Commissioni 6a e 11a riunite
– la relazione sui disegni di legge Castro e Treu, presentata alle Commissioni il 30 ottobre 2008
SONO NUMEROSE LE FORME IN CUI POSSONO REALIZZARSI PARTECIPAZIONE E CONTROLLO DEI LAVORATORI NELL’IMPRESA. ED E’ BENE CHE MODELLI DIVERSI POSSANO CONFRONTARSI TRA LORO NEL VIVO DEL TESSUTO PRODUTTIVO, PERCHE’ LA SCELTA TRA DI ESSI AVVENGA IN MODO PRAGMATICO, SULLA BASE DELL’ESPERIENZA REALE
All’inizio della legislatura sono stati presentati al Senato due disegni di legge in questa materia: uno recante la prima firma del sen. Maurizio Castro (PDL), n. 803/2008, e uno recante la prima firma del sen. Tiziano Treu (PD), n. 964/2008. A questi se ne sono poi aggiunti altri due: uno dei senatori Anna Bonfrisco e Francesco Casoli (PDL), n. 1307/2009, e uno di Benedetto Adragna (PD), n. 1531/2009. In qualità di relatore su questi progetti, a seguito della relazione presentata il 30 ottobre scorso, per incarico congiunto di maggioranza e opposizione ho proceduto a redigere una bozza di testo legislativo (quello qui sotto riportato), come contributo a una possibile soluzione bi-partisan. Il 20 maggio 2009 si è aperta la discussione in Commissione. Nel corso dell’estate, a seguito di una presa di posizione del ministro Tremonti favorevole alla partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa, il ministro Sacconi ha convocato imprenditori e sindacati (già peraltro ampiamente ascoltati dalla Commissione Lavoro del Senato) sollecitandone un “avviso comune” sulla materia. Il 9 dicembre 2009 lo stesso ministro del lavoro ha proposto e ottenuto (con una astensione della Cgil) un “avviso comune” nel senso del rinvio di 12 mesi dell’iter parlamentare della legge; motivazione: necessità di un monitoraggio delle forme di partecipazione effettivamente già praticate nel Paese.
DISEGNO DI LEGGE
Bozza provvisoria di testo unificato in materia
di partecipazione dei lavoratori nell’impresa – con aggiornamenti al 26 ottobre 2009
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NEL NUOVO ACCORDO INTERCONFEDERALE, PIU’ CHE LE MODESTE INNOVAZIONI DI CONTENUTO, CONTANO GLI INTENDIMENTI DELLE PARTI FIRMATARIE. D’ORA IN POI SI CONFRONTERANNO UN MODELLO DI SINDACALISMO PIU’ CONFLITTUALE CON UNO PIU’ COOPERATIVO. IL SUCCESSO DI QUESTO NUOVO MODELLO DIPENDERA’ ESSENZIALMENTE DALLA QUALITA’ DEGLI IMPRENDITORI: ESSI DEVONO SAPERSELO GUADAGNARE CON L’AFFIDABILITA’ DEI LORO PIANI INDUSTRIALI E LA TRASPARENZA DEI LORO COMPORTAMENTI
Dichiarazione rilasciata all’Agenzia ADN-Kronos il 16 aprile 2009
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Lettera pervenuta il 1° aprile 2009. V. anche il precedente intervento dello stesso Autore, sul disegno di legge del Governo in materia di sciopero nel settore dei trasporti.
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SIA IL DISEGNO DI LEGGE DEL PD (30 OTTOBRE 2008 N. 1170) SIA IL DISEGNO DI LEGGE-DELEGA DEL GOVERNO PROPONGONO LO S.V. COME STRUMENTO ALTERNATIVO DI LOTTA SINDACALE RISPETTO ALLO SCIOPERO TRADIZIONALE, MA CON ALCUNE RILEVANTI DIFFERENZE
Tabella sinottica a cura di Widad Tamimi – 26 marzo 2009
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“L’INTERVENTO LEGISLATIVO SULLO SCIOPERO NEL SETTORE DEI TRASPORTI NON DEVE INTACCARE IL DIRITTO COSTITUZIONALE A QUESTA FORMA DI LOTTA SINDACALE”
Intervento di Nino Cortorillo, segretario regionale della FILT-CGIL lombarda – 11 marzo 2009. Segue una mia breve replica
Il disegno di legge presentato dal Governo sul diritto di sciopero, o come scritto “sulla prevenzione dei conflitti”, se si tramuterà in legge, modificherà radicalmente l’attuale impianto derivato dalla 146/90 e dalla 83/2000.
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Uno scritto di Antonio Nicita, professore di Politica Economica nell’Università di Siena – 28 febbraio 2009
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APPLICARE IL PRINCIPIO MAGGIORITARIO ALLO SCIOPERO NEL SETTORE DEI TRASPORTI NON E’ INCOSTITUZIONALE E ALLINEA IL NOSTRO ORDINAMENTO A QUELLI DEI PRINCIPALI ORDINAMENTI EUROPEI
Fondo di Augusto Barbera (professore di diritto costituzionale ed ex-parlamentare del PCI e del PDS) pubblicato sul Messaggero il 3 marzo 2009
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UN SICILIANO CHE HA STUDIATO IN GERMANIA SPIEGA LA RAGION D’ESSERE DELLE “CLAUSOLE DI USCITA” DAL CONTRATTO NAZIONALE OPERANTI IN QUEL PAESE
Lettera pervenuta il 20 febbraio 2009
Egregio Prof. Ichino,
Mi chiamo Matteo Marino ho 33 anni, vivo a Catania dove svolgo l’attività di consulente d’impresa. Sono appassionato sostenitore di un cambiamento profondo delle regole che attualmente disciplinano il nostro mercato del lavoro.
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PERCHE’ E’ TECNICAMENTE IMPOSSIBILE STABILIRE SE L’INTESA FIRMATO DA CONFINDUSTRIA CON CISL, UIL E UGL CAUSERA’ UN AUMENTO O UNA RIDUZIONE DELLA PARTE DELLE RETRIBUZIONI NEGOZIATA AL LIVELLO NAZIONALE
Articolo pubblicato sul sito lavoce.info il 30 gennaio 2009
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Il motivo principale per cui la Cgil ha rifiutato l’intesa sulla riforma della contrattazione collettiva è la prospettiva che nei futuri rinnovi nazionali esso produca una riduzione degli adeguamenti retributivi rispetto all’inflazione. Cisl, Uil, Ugl e Confindustria, che lo hanno firmato, negano invece questa prospettiva. Cerchiamo di capire come stanno realmente le cose.
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