Come indicare altrimenti la prassi politico-sindacale consistente nel “mettere all’indice” gli scritti di una persona, invitando a non leggerli per evitare ogni possibile contaminazione?
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Lettera di un collega avvocato milanese pervenuta il 12 giugno 2018 – Segue la mia risposta – Le altre lettere, commenti, interventi e recensioni de La casa nella pineta sono raccolte nella pagina web dedicata al libro Continua…
“Ho riattivato ricordi del mio vissuto in quell’ambiente, reso ombroso dagli alti pini marittimi, e sulle larghissime spiagge di sabbia che iniziavano a ridosso della pineta con arbusti vari e vecchie barche di pescatori […] La descrizione degli ultimi giorni di vita di tuo padre è una delle parti più notevoli del libro… mi ha fatto piangere”
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Lettera di Giorgio Lombardi, oggi dirigente politico e d’azienda, pervenuta l’11 giugno 2018 – Gli altri commenti, recensioni e interventi su La casa nella pineta sono raccolti nella pagina dedicata al libro Continua…
“Sono andato, quasi in pellegrinaggio, a incontrarlo nella baita di Barmasc, in Val d’Ayas […]: mi ha fatto vedere la piccola baita in cui viveva, sistemata con sobrietà e con cura fin nei dettagli (un’unica stanza di quattro metri) […]”
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Lettera di Pietro Vigorelli pervenuta l’11 giugno 2018 – Gli altri commenti, recensioni e interventi su La casa nella pineta sono raccolti nella pagina dedicata al libro Continua…
Solo chi pensa che siano state le nuove leggi a favorire il crescere delle disuguaglianze e il diffondersi dei rapporti di lavoro precari può pensare che questi fenomeni si possano contrastare semplicemente tornando ad accentuare la rigidità della disciplina legislativa
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Intervista a cura di Guido Bossa pubblicata sul periodico della Cisl ControMano, n. 31/2018 – In argomento v. anche Lavoro: i risultati di questa legislatura e le priorità della prossima
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LA FORZA DELLA DEMOCRAZIA
C’è motivo di qualche grossa preoccupazione, certo, per la svolta politica che il nuovo Governo giallo-verde segna; ma c’è almeno un motivo per salutarla con favore: leggi il mio editoriale telegrafico per la Nwsl n. 480.
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Il difficile itinerario della restituzione delle fortune, dei benefici, dei privilegi goduti, e il suo bilancio
L’8 giugno 2018, nel corso di un incontro svoltosi nel giardino davanti al Centro dell’Incisione (di cui sono l’anima Gigi e Gabriella Pedroli), mia figlia Giulia e io abbiamo parlato de La casa nella pineta: di come è nato il libro, dei personaggi di cui esso parla e delle loro vicende lungo l’itinerario di una difficile “restituzione di ricevuto”, e pure del diverso vissuto suo e mio a questo proposito. Era presente anche il professor Antonio Padoa Schioppa, già Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano, dal quale il giorno dopo ho ricevuto il messaggio qui riprodotto, cui ne ha fatto seguito un secondo il 12 giugno. Sull’incontro dell’8 giugno v. anche la lettera di Cinzia Rigatti Don Milani e i licenziamenti Continua…
Il dibattito sul divieto morale di questa sanzione disciplinare, considerata come una pena di morte per il lavoratore, sessant’anni dopo l’invettiva del Priore di Barbiana originata da un episodio verificatosi nello stabilimento della Pirelli Bicocca
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Lettera pervenuta il 9 giugno 2018 – Sull’incontro di venerdì al Centro dell’Incisione di Milano v. anche la lettera di Antonio Padoa Schioppa – Gli altri commenti, recensioni, lettere e articoli riferiti a La casa nella pineta sono raccolti nella pagina web dedicata al libro Continua…
Costretti a fare i conti con i vincoli finanziari, 5S e Lega rischiano di varare una riforma delle pensioni produttiva di danni più che di benefici per i sessantenni che aspirano ad anticipare la quiescenza
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Articolo di Giuliano Cazzola, pubblicato sul sito firstonline il 9 giugno 2018 – In argomento v. anche L’insana idea di ripristinare le pensioni di anzianità Continua…
“L’ho letto tutto d’un fiato, e mi è piaciuto moltissimo […] in tanti passaggi mi sono commossa, in altri divertita […]. Ho ammirato la tua sincerità nel raccontare anche aspetti di te e della tua famiglia che normalmente si preferisce tenere nascosti, la tua lucidità nell’analisi, l’autonomia e il coraggio nelle idee e nelle scelte, la coerenza”
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Lettera di Maria Vittoria Cirillo pervenuta il 7 maggio 2018 – Gli altri documenti, foto, recensioni e commenti sul libro La casa nella pineta sono raccolti nella pagina ad esso dedicata Continua…
C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è anche almeno un altro motivo per salutarla come un fatto non del tutto negativo
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 480, 6 giugno 2018 – In argomento v. anche gli editoriali precedenti: La volatilità dei consensi elettorali non è a senso unico, del 9 aprile scorso, e Due cose che ci mancano per una buona alternanza al governo

Esultanza di M5S e Lega in Senato dopo la lettura del risultato del voto di fiducia al Governo Conte
E così, con la fiducia del Parlamento, la nave giallo-verde è salpata. Un secondo giorno di festa della Repubblica, questo 6 giugno: perché ogni volta che una nuova maggioranza si avvicenda pacificamente al governo del Paese è un successo del metodo democratico. Un successo tanto più apprezzabile quanto più siamo andati vicini, alla fine di maggio, a una situazione di stallo pericolosissima per la nostra democrazia ancora molto giovane. C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è almeno un altro motivo per salutarla con favore: solo l’esperienza dell’avere in mano le leve del potere può far maturare una cultura politico-economica più evoluta nella vasta parte dell’elettorato che per questa svolta ha votato. Quel voto è stato l’effetto in Italia dello stesso vento anti-establishment che ha soffiato vigorosamente, negli ultimi tempi, su entrambi i lati dell’Atlantico: un vento che – lo abbiamo già sottolineato – nell’Occidente sviluppato può considerarsi come una sorta di “rimbalzo” dopo vent’anni di impetuosa globalizzazione, rafforzato in Italia dalla gelata della spesa pubblica conseguente alla crisi del 2011, che è stata vissuta da molti come un sopruso antidemocratico. Senza un’esperienza dei rappresentanti di questa corrente di opinione al timone della cosa pubblica, il vento anti-establishment sarebbe stato destinato a trasformarsi in rancore sordo, in una forma di odio politico che ottunde ogni possibilità di confronto delle idee. Ora invece i sostenitori del Governo giallo-verde saranno costretti a chiedersi perché esso abbia espunto recisamente dal proprio programma ogni minaccia di uscita dall’euro; tra poche settimane saranno costretti a chiedersi perché, conseguentemente, le promesse del reddito di cittadinanza, del “superamento della legge Fornero” sulle pensioni, e dell’Irpef per tutti al 20 per cento non possono essere mantenute. E il porsi queste domande favorirà il ritorno a un dibattito politico meno fazioso.
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